Guardando alla loro possibile evoluzione, potremmo immaginare lo sviluppo e l'inserimento di caratteristiche tipicamente umane, quali umori, emozioni e imprevedibilità; tutte caratteristiche che potrebbero essere facilmente simulate.
Certo... tutto sommato si potrebbe obiettare che queste fregature ci potrebbero essere propinate solamente online. In fondo, uno scenario in cui ci si siede al caffè di fronte a un robot androide è fantascientifico e ancora difficile da immaginare come qualcosa di facilmente concretizzabile nei prossimi decenni.
Eppure, pensiamo alla nostra vita online: ogni giorno si nutre di contatti e interazione con decine di persone con le quali forse non solo non ci incontreremo mai, ma con le quali neppure avremo una conversazione telefonica, una videochiamata o altro...
Allora, cosa ci può realmente assicurare che alcune di queste interazioni non si svolgono con un'intelligenza che non sia mossa realmente da una mente umana, bensì da qualcosa di diverso? In fondo, siamo già abituati a interagire con sistemi automatici di ogni tipo (dalle indicizzazioni dei motori di ricerca a diversi tipi di help online...).
Chi ci dice che qualche hacker o programmatore burlone non abbia deciso di studiare il nostro comportamento e le nostre reazioni di fronte a un'intelligenza virtuale, magari con lo scopo di renderla sempre più sofisticata e indistinguibile da una creatura umana?
Ancora una volta, è opportuno tenere bene a mente dove siamo ora e dove potremo essere tra qualche anno.
Da questo punto di vista, è difficile capire se Emozioni nella Nuvola sia un'ucronia, sia fantascienza o contenga degli elementi per i quali dobbiamo realmente preoccuparci.
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