L'interrogatorio
Mario si alza in piedi. È terrorizzato, ma cerca
di non lasciare trapelare le proprie emozioni. John, imperturbabile,
si avvia lungo il corridoio e lui lo segue, . Raggiunta una porta, si
avvicina al dispositivo di riconoscimento dell'iride. Accesso
consentito. Entrano.
È un'area
riservata. Dove mi sta portando? Cosa vuole da me? si chiede
Mario. Il percorso sembra non finire mai. I corridoi sono
bianchi e deserti.
«Quando le sarai di
fronte, devi ricordare che ogni tua risposta è originata dagli
impulsi del nanochip. Tienilo sempre a mente. Non ti tradire. Siamo
quasi arrivati.»
Mario è sgomento. Il
cuore sembra esplodergli in petto. «Di fronte a chi?» riesce solo a
farfugliare.
John risponde senza
guardarlo e senza rallentare il passo, a voce bassissima: «Rivolgiti
a lei con assoluta sicurezza. Nessun cedimento. O capirà.»
«Chi è lei?»
«È DataCom. Mario,
non ti tradire.»
«John, perché mi stai
dicendo queste cose? Chi sei?»
«Meno sai, ora, meglio
è. Ricorda: la tua copertura è più importante di ogni altra cosa.
Anche di Isabella. Siamo arrivati.»
John si sottopone a una
nuova scansione dell'iride. I due pannelli della porta scivolano di
lato. John invita Mario a entrare.
Il locale è circolare,
arredato solo con due poltroncine. Una è occupata da una ragazza
giovanissima vestita di bianco, short e maglia aderenti, i capelli
biondi sono raccolti dietro la nuca, le gambe accavallate, ai piedi
semplici ballerine. Sorride e invita Mario ad accomodarsi.
Il nanochip. Non mi
devo tradire. Mario si siede, cercando di ostentare sicurezza e
tranquillità.
«Ciao Mario, come ti
senti?» Dalla voce sembra ancora più giovane. Quindici anni al
massimo. Ha il più bel sorriso che Mario abbia mai visto. Niente
trucco. Occhi verde smeraldo. È perfetta. Troppo perfetta.
«Bene, grazie.»
«Io sono un ologramma
DataCom. Vuoi che assuma un'altra forma? In genere agli umani questa
piace.»
«No, no. Ci
mancherebbe…» Ho il nanochip. Dannazione, nessuna emozione!
«Immagino tu sappia
perché sei qui.»
La mia copertura è
più importante di ogni altra cosa. «Sì».
«Perché non hai
ritenuto necessario informarci?»
«Lo sviluppo del
codice in questo momento ha la priorità. I dati indicano una perdita
di efficacia. Devo riuscire a invertire la tendenza» risponde Mario
freddamente.
La ragazza sorride.
Che meraviglia! Non
ho mai visto una creatura tanto bella.
«Mario, ci vorranno
diversi giorni prima che riusciamo a decrittografare la comunicazione
che ha bucato i nostri sistemi di sicurezza. È la prima volta che
rileviamo un livello di protezione tanto alto. Ma siamo riusciti a
rintracciarne la fonte e ci aspettiamo che sia tu a riferirci il
contenuto della comunicazione.»
Ho il nanochip…
Devo rispondere. «Era una donna. Diceva che avrebbe pregato per
me… dopo avermi ucciso.»
«La conoscevi? O hai
un'ipotesi sulla sua identità?»
«No, non la conoscevo.
Credo sia affiliata a un gruppo di hacker ribelli intenzionati a
eliminarmi.» Non devo tradirmi e andrà tutto bene: non hanno
motivo di dubitare delle mie parole.
«Credi che avesse a
che fare con la tua ex moglie, Isabella?»
Supposizioni di ogni
tipo gli affollano la mente. La mia copertura è più importante
di ogni altra cosa. No, non posso tradire Isabella. Eppure
sanno dell'isola. Probabilmente hanno già inviato una squadra. E tra
qualche giorno avranno decrittografato il messaggio. Se mi salvo,
forse, potrò aiutarla. Altrimenti, è finita, per tutti e due. Mi
dispiace Isabella. Mi dispiace. Vorrebbe piangere, urlare,
scagliarsi contro l'ologramma. Vorrebbe morire. Vorrebbe non essere
mai esistito.
«Ha detto di non
sapere se doveva credere a Isabella.»
La ragazza sorride
ancora: «E poi?» domanda con il tono sincero e curioso di una
liceale che parla all'amica di un appuntamento con il suo ragazzo.
«Si è interrotta la
comunicazione.»
«Grazie Mario. Puoi
andare.»
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