“Aurelia, ti dispiace se interrompo il
massaggio? Potrò riprendere più tardi, se me lo consentirai. Ora,
se me lo permetti, vorrei prepararti la cena.”
Aurelia Lunatti si alzò
dal lettino e osservò il suo massaggiatore. Mano a mano che prendeva
confidenza con il suo corpo, diventava sempre più bravo.
“Ma certo, Carlo.”
Non aggiunse altro, pregustando la domanda successiva, con
l'acquolina in bocca.
“Preferiresti salade
niçoise, trofie al pesto o filetto d'anatra all'arancia?” le
chiese Carlo.
Aurelia si morse il
labbro inferiore e fu vittima del suo demonietto interiore: “In
realtà, non mi dispiacerebbe una bella pizza!” rispose con gioia.
“Ma che bella idea!
Sappi però che mi occorrono ventiquattro minuti per procurarmi gli
ingredienti al market più vicino, e cinquantasei minuti per
preparare la pasta, farla lievitare…”
“Oh, smettila! Non
devi preoccuparti, ho capito: tra un'ora e mezza la pizza sarà
pronta. Vai pure!”
Carlo le si avvicinò e
la baciò teneramente. Poi si avviò verso la porta d’ingresso, la
aprì e uscì per andare a fare la spesa. Aurelia si lasciò andare
sul divano e sorrise.
Non riusciva proprio a
spiegarsi come avesse potuto aspettare così a lungo prima di
comprarsi Carlo. La sua collega, Valentina, con cui solitamente
trascorreva le pause pranzo, non faceva che ripeterle quanto il suo
robot le avesse cambiato la vita.
Tratto da La Famiglia Perfetta, Energie della Galassia.
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