Preludio al mondo di DataCom
Mario osserva la gocce di pioggia scivolare sulla
finestra. Il calore del suo alito si espande sul vetro gelido in
nuvolette che scompaiono rapidamente, lasciando il posto all'immagine
riflessa del suo volto: guance ancora più scavate del solito,
capelli bruni arruffati. Mario si infila le punta delle dita sotto le
ascelle; neppure gli spessi guanti in lana sembrano essere una difesa
adeguata contro il freddo pungente.
Lascia cadere lo
sguardo sulla strada. Alla fermata del tram, molti hanno gli occhi
abbassati sui propri smartphone, altri guardano di fronte a sé,
attraverso la realtà aumentata e il costante flusso di
informazioni degli smartglass. Anche tra gli adolescenti,
ordinatamente in fila, è scomparsa la consueta allegria.
Tre mesi... questo è
il mondo che abbiamo creato in tre soli mesi.
La mano di Isabella gli
si posa sulla spalla: «Io scendo».
Mario si volta a
guardarla. È rinchiusa da settimane in un'abitazione senza acqua
calda, riscaldamento, mobilio, coperta all'inverosimile di maglie,
maglioni, giubbotti; eppure la sua bellezza è più splendente che
mai. Da sotto il cappello di lana sbuca il candore del viso:
l'intensità del verde degli occhi sembra perforare l'aria. Mario
avverte l'impulso di lasciar affondare una mano nella cascata di
capelli bruni che le inondano le spalle, ma si trattiene,
accontentandosi del tocco di lei.
«No, vado io».
«Mario, sei già sceso
troppe volte!»
«So come fare. Ho
memorizzato la posizione di tutte le telecamere e dei rilevatori».
«Anche io. E lo sai
bene! Ma sono andata giù molte meno di te.”
«Isabella, non posso
lasciarti rischiare. E, in ogni caso, aspettiamo la sera. Sarà più
sicuro».
«No, Mario. Siamo
affamati. Non possiamo rimanere un'altra mezza giornata senza cibo.
Devo andare».
Un qualsiasi cittadino
potrebbe associare il suo viso alle immagini proiettate sui mega
schermi. Una telecamera nascosta potrebbe rilevarne la presenza o una
squadra di ricerca potrebbe fermarla per un controllo; a Mario
vengono in mente innumerevoli pericoli ai quali Isabella potrebbe
essere esposta per strada.
Senza attendere
riposta, lei si avvia verso la porta d'ingresso. Controlla dallo
spioncino che non ci sia qualcuno sulle scale; esce, si ferma ancora
sul pianerottolo in ascolto: nessuno sembra salire o scendere. Prima
di uscire in strada, Isabella indossa i finti smartglass.
Duecento metri. In
meno di un minuto sarò arrivata.
Per strada nessuno la
degna di uno sguardo. Qualche mese prima, con abiti differenti,
avrebbe attirato ammirazione, desiderio e invidia.
Sulla soglia del locale
si assicura che non ci siano altri clienti. L'aria è pervasa del
tipico odore nauseabondo.
Ordina due kebap e un
falafel, che il ragazzo gli prepara in pochi minuti.
«Fanno sei euro e
cinquanta, signora».
Lei gli porge il
denaro.
«Signora, mi dispiace,
ma non posso accettarli».
«Mi scusi?»
«Solo pagamenti
elettronici: i contanti sono fuori corso». Poi, guardingo, le
chiede: «Mi scusi, ma come fa a non saperlo?»
«Oh... È che il mio
smartphone è in riparazione». Isabella controlla con la coda
dell'occhio la strada. Il ragazzo tiene i kebap e il falafel in mano.
«Scusi, ma lei indossa
un paio di smartglass! E poi la notizia è in tv, sui giornali,
dappertutto».
Sì, ma noi siamo
obbligati a stare lontani dalla rete e da qualsiasi forma di
comunicazione...
Il ragazzo,
insospettito, posa il cibo e abbassa una mano sotto il bancone.
Isabella scatta. Aggira l'ostacolo che li separa e gli si avventa
contro. Gli afferra il capo e, fissandolo negli occhi spaventati e
imploranti, con un movimento repentino lo fa ruotare, spezzandogli
l'osso del collo.
"Emozioni nella Nuvola" fa parte della raccolta di racconti fantascienza e fantasy "Energie della Galassia", disponibile su Amazon Kindle, inMondadori e nei migliori ebook store.
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