Pregherò per la tua anima
Isabella
conclude la narrazione. Lorena si alza in piedi e si avvia fuori dal
locale: «Storiella interessante, ma l'unico modo per capire se stai
mentendo è dare un'occhiata al chip che dici di avere tra i tuoi bei
dentini. Preparati a una piccola estrazione.»
Se
non chiude la porta significa che i suoi simpatici amichetti sono al
di là del muro e hanno sentito tutto, riflette
Isabella.
Lorena
rientra con una pinza chirurgica in mano. A Isabella tornano in mente
gli attrezzi dell'hacker Eugenio e un brivido le percorre la schiena.
Ultimamente sembra che alla gente piaccia usare certi arnesi su di
me… «È il terzo in
basso a destra…» indica.
Lorena
estrae il chip dalla bocca spalancata di Isabella. «Non ti ho fatto
troppo male, vero? Ti conviene pregare che ci sia quello che ci
aspettiamo o tra poco tornerò a occuparmi di te. E non sarò più
così tenera.» Esce, la porta viene chiusa a doppia mandata.
Nel
laboratorio, Lorena e i due uomini procedono febbrilmente all'analisi
del contenuto del chip. «Porca di quella puttana santissima! Qui c'è
abbastanza roba da mandare in palla i sistemi di tre quarti di mondo.
Non ci saremmo procurati questo ben di Dio neppure in tre secoli di
hacking.» esclama Antonio, l'uomo basso e tarchiato.
«Miliardi
di righe di codice… E se nascondessero delle trappole?» risponde
Florentio. «Per analizzare tutto non basteranno dieci anni!»
«Questa
volta dovremo fidarci» interviene decisa Lorena.
«Ma
come possiamo fidarci di quella
lì! Sappiamo cos’ha
fatto a…» protesta Florentio, esasperato.
«Basta!»
lo interrompe lei. «Se avessero voluto catturarci, sarebbero qui già
da un pezzo. Predisponiamo tutto per l'incursione.»
I
due uomini si mettono immediatamente all'opera.
Lorena
si ritira nella sua camera. Chiusa la porta a chiave, si inginocchia
ai piedi del letto e, preso tra le mani il crocefisso che porta al
collo, inizia a pregare. «Signore, perdonami per quello che sto per
fare. Se mi macchierò del crimine di spegnere una vita umana, sarà
per il bene di molti.»
«Mio
Dio, stiamo penetrando nei loro sistemi come il coltello nel burro»
commenta Antonio.
Sembra
fin troppo facile,
pensa Lorena.
Dopo
quindici minuti di attività incessante, sul monitor di Lorena
compare la scritta >NnC
MrRs, seguita da un
cursore lampeggiante. «Ok, il canale di comunicazione è aperto, il
controllo DataCom sul nanochip disabilitato. Siamo nel cervello di
Mario.»
«Bene,
voi continuate a fare in modo che DataCom non si accorga di noi
mentre io mi occupo di lui» ordina Lorena. «Buongiorno Mario.»
«Chi
sei?» risponde l'uomo, sorpreso.
«La
mia identità non è importante. Sappi solo che mi dispiace per
quello che sto per fare e che… pregherò per la tua anima.»
«Pregherai?
Perché? Da quale sezione stai comunicando?» chiede Mario, confuso.
«Non
faccio parte di DataCom e sto per attivare l'opzione di terminazione
ospite di cui è dotato il nanochip.»
Antonio
e Florentio interrompono le loro attività e si voltano perplessi
verso Lorena.
Florentio,
nel panico, chiede: «Lorena, cosa vuoi fare?»
«Non
so se credere a Isabella ma, eliminando Mario, siamo certi che
DataCom non sarà più in grado di apportare aggiornamenti tempestivi
al codice killer.»
Mario
esclama: «Isabella? È con voi? Posso parlarle? Se mi lasciate…»
«No»
risponde Lorena, «Mi dispiace. Addio, Mario.»
Lorena
impartisce il comando di esecuzione.
«La
forma di vita biologica che ospita il nanochip sarà terminata.
Confermi?» chiede la voce sintetica del sistema.
«Con…»
Inizia a dire Lorena, ma viene colpita da Florentio, che la getta a
terra con tutto il proprio peso.
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