“L'immagine che vedi sul display è quella di Mario Orsini”, dice lo smartphone a Isabella.
Mentre passeggia tra i
viali del parco un lieve venticello autunnale le accarezza i capelli
lisci e fa cadere le foglie dagli alberi. Isabella osserva il viso
dell'uomo che sarà suo marito. Il naso allungato, i lineamenti
spigolosi, le guance leggermente scavate, i capelli bruni un po'
spettinati, gli occhi intensi e un po' folli. Poteva andarmi
peggio, pensa la donna,
concedendosi un sorriso sarcastico.
“È un programmatore
impiegato in una piccola azienda che si occupa in subappalto di
diversi progetti di videogiochi e realtà virtuale,” continua lo
smartphone, “Mario è impiegato nello sviluppo dell'intelligenza
artificiale. Le sue caratteristiche lo rendono una risorsa alpha per
i progetti DataCom. Occorre che tu non perda tempo e che lo incontri
stasera stessa. Trascorrerà la serata con il suo capo Roberto al
bar. Inizia fin da subito a studiarne le caratteristiche.”
Sul display, l'immagine
di Mario lascia posto a un elenco di informazioni sulla sua vita.
Isabella si accomoda su una panchina e inizia la consultazione. I
gusti personali, le frequentazioni, gli hobby, le amicizie,
l'intimità. Isabella studia e annota tutto quanto possa servirle.
Pone diverse domande allo smartphone, che le risponde con lucida
efficienza.
Isabella lascia il
parco e si reca in centro a fare shopping. Acquista i capi di
abbigliamento che Mario adora vedere addosso a una donna. Poi
trascorre un paio d'ore dall'estetista. Infine si reca dal
parrucchiere, da dove esce con i capelli accorciati fino alle spalle,
leggermente mossi e di colore castano. Meno male che non è uno
che impazzisca per le bionde, pensa, specchiandosi in una
vetrina.
Una volta a casa, fa la
doccia, si trucca e si veste. “Buongiorno, donna dei sogni di Mario
Orsini” si dice compiaciuta, guardandosi ancora allo specchio.
“La tua apparenza
conferma al 97% i gusti di Mario,” le conferma lo smartphone. Le
andrò molto più a genio di un semplice 97% pensa lei,
maliziosamente.
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Bello, un po' troppo raccontato, ma ci può stare in un antefatto. Anche se preferirei meno parole ("Pone diverse domande allo smartphone, che le risponde con lucida efficienza.") e più fatti (quali sono 'ste domande? L'autore non aveva voglia di pensarle? E allora devo pensarci io lettore?)
RispondiEliminaUnica nota che ti lascio per un ragionamento è: "un lieve venticello autunnale le accarezza" lieve è oltremodo superfluo visto:
1) venticello è già un diminutivo e rende l'idea che non sia una bufera.
2) a sostenere la tesi c'è anche le accarezza, che quindi specifica che di certo non si tratta dell'occhio di un ciclone.
ciao Michael, ti ringrazio molto per le osservazioni. L'antefatto, come molte altre porzioni di testo, sono infatti in fase di editing e terrò senz'altro conto anche delle tue osservazioni. Hai letto anche gli episodi successivi? Cosa ne pensi?
RispondiElimina